Sanremo & GresVSintellettualoidi

Quest'anno la manifestazione é chiaro a tutti abbia toccato il fondo, inutile starcelo a ripetere, inutile esasperare il concetto, inutile soprattutto perché nel corso della serata si é raggiunto il 55% di share: ammettiamo di essercelo guardato numerossisimi insomma (eravamo circa in 14 milioni).
Voglio parlare di Sanremo brevemente e con chiarezza, stando ad analizzare il fine che si propone e non il contorno. Il Festival di Sanremo é il Festival della canzone italiana, è manifestazione canora, é gara. Ok, é condotto da incompetenti, abbellito da pezzi di carne tonica, ridicolizzato da soggetti senza arte né parte, ma facciamo un fioretto: subiamo gli interventi noiosi e inopportuni, subiamo un sistema di televoto fallimentare, subiamo le gaffe, subiamo  l'improvvisazione mal riuscita, facciamolo per patriottismo. 

Piccola parentesi: aborro critiche mosse da intellettualoidi, quelli che si fanno superiori allo stile melenso e melodico delle canzoni in gara, quelli che decantano la banalità del significato dei testi e obiettano sulle capacità canore degli artisti.

Passo ai miei preferiti (categoria Artisti):

ARISA - La notte La tifo da sempre, dalla prima volta che l'ho ascoltata. Elegante, intonata, delicata, diretta. E' la canzone italiana, nella melodia e nel testo. Tradizionale quanto innovativa, classica quanto coraggiosa.
La vita può allontanarci - l'amore continuerà, così canta Arisa.


NOEMI - Sono solo parole Noemi ha la voce, ha il carisma, ha credibilità, é un'artista. Il testo é di Fabrizio Moro, cantautore che apprezzo particolarmente. 
Posso solo ripeterti ancora: sono solo parole, così canta Noemi.

Lo sai che...

Lo sai che... l'anima ha un peso?
Un medico del '900 effettuò una serie di studi su sei cadaveri che pesò prima e dopo il decesso. Scoprì che questi perdessero 21 grammi appena dopo la morte, diminuzione di peso che attribuì al dileguarsi dell'anima durante il trapasso. Dunque secondo tale Duncan MacDougall l'anima avrebbe una massa.

La teoria di MacDougall, in realtà, non presenta solide basi scientifiche a detta della stessa scienza. E' stata criticata, smentita e disapprovata da molti, tanto da venire ormai ritenuta  credenza popolare piuttosto che dogma. 

Un giorno, a Roma


Vi prego: chi ci vive, chi la riconosce, mi racconti com'è. Ci ho passato una mattinata, ero stanchissima, stressata, andavo di corsa. Ho parcheggiato la macchina un attimo e ho fatto due passi. E' stato meraviglioso passeggiare in mezzo a tanta arte. E' stato meraviglioso sorridere alla gente del posto e domandare eccitata: "mi scusi, per il Tevere?". E' stato emozionante percorrere Ponte Matteotti da sola e curiosa. E' stato tremendo risalire in macchina e partire. Avrei voluto vedere tutto il resto: il Colosseo, i lucchetti, la Fontana di Trevi, il palazzo del Quirinale, Porta Pia... e poi che c'é? Raccontatemelo ROMANI, descrivetemelo! Roma mi è rimasta nel cuore e spero di tornarci presto e con più calma. Voglio perdermi per la città e chiedere indicazioni a chiunque, sperando che siano tutti di buonumore. E' stato pazzesco... 

Saluto il gatto che m'ha seguita dappertutto e poi s'é impossessato del volante della macchina! Se non fosse sceso lui, l'avrei portato via con me... 

Arrivederci Roma

DALIDA

Dovevo dedicarle un post, non potevo fare altrimenti. E' stata una donna tormentata, un'amante disperata, un'attrice, una cantante, un mito:  Iolanda Cristina Gigliotti.
In Italia la ricordiamo per l'associazione a Tenco, in Francia ha ottenuto il successo che meritava. Non voglio raccontare della sua vita, nè voglio menzionare i suoi successi. Voglio solamente citarla, qui, e proporvi Je suis malade, la sua interpretazione più celebre. Un pezzo struggente, che si è cucita addosso, un pezzo che fa vibrare. 


In più suggerisco la lettura di Dalida, la voce e l'anima, l'appassionante biografia dell'artista (e della donna), a cura di Giandomenico Curi. Clicca qui per saperne di più.

Gieffando: storia lesbo?

Parliamo di Grande Fratello. Sarà trash, artefatto, immorale, diseducativo, ma ancora non tramonta. Il format funziona, incuriosisce, fa share, e si è arrivati, disprezzando e comprando, alla dodicesima edizione del reality.
A catturare la mia attenzione quest'anno, due concorrenti romane e coatte (con tutto il sincero rispetto per la categoria): Ilenia Pastorelli e Gaia Elide Bruschini.
La prima è ormai da settimane in vetta a tutte le classifiche di gradimento. Conquista percentuali altissime nei vari sondaggi in rete e lascia le briciole alle poche altre personalità di spicco di questa edizione: Floriana Messina,  Vito Mancini, e la stessa Gaia Bruschini
Gaia vince Miss Lesbica 2010, ammette presto agli altri concorrenti d'essere bisessuale e instaura fin dagli inizi del programma un'amicizia (?) speciale con una napoletana piacente: Adriana Peluso. Il rapporto, però, viene interrotto dall'eliminazione inaspettata di quest'ultima. 

Quello tra Ilenia e Gaia è un legame sicuramente particolare, che si basa su un'attrazione latente, una simpatia tutta romana e un ritaglio di momenti propri e scindibili dal contesto del gioco. Possono vagamente ricordare Sarah e Veronica, della decima edizione, per il fitto scambio di effusioni intime: frequenti sono i baci a fior di labbra, sentiti gli abbracci e divertenti i giochi di seduzione tra un bicchiere di vino e un altro. A dir la verità, però, la differenza tra la prima coppia (?) e la seconda è palese: Gaia e Ilenia mancano di passione. Ma ad insinuare il dubbio di una possibile tresca lesbica, c'è la curiosa censura da parte degli autori di questa liaison. Se per Sarah e Veronica si sono prodigati in trailer amorosi in prima serata, scelte difficili per la coppia e commenti a favore della natura omosessuale del rapporto, di Ilenia e Gaia non si parla affatto. Eppure quest'ultima ha più volte palesato l'attrazione per l'altra...
Che ne pensate? 
Perchè il Grande Fratello non punta sulle due? Il rapporto potrebbe evolversi? 

Tiziano Ferro: In Italia l'omosessualità é un tabù


"Si parla sempre di "scelta" o "direzione sessuale", ma non si parla mai di realtà sentimentale, amore. Perché se la cosa si riducesse al sesso, mi dispiace dirlo, ma, secondo la mia opinione, sarebbe un po' più semplice."
Così parla Tiziano Ferro a The show must go off, in compagnia di Serena Dandini. 
E continua: "A me la parola "accettazione" me fà un po' incazza'. Mi sembra tolleranza. [...] A me non basta l'idea che i miei amici e i miei genitori "tollerino" chi sono. Mi piace l'idea che lo amino."

In 1 minuto e 46 di confidenze, il cantautore si fa portavoce di tanti, e forse lo fa meglio di tutti quelli che ci hanno provato prima di lui. E' diretto, chiaro, esaustivo, sincero. In Italia l'omosessualità é ancora un tabù. Lo sanno tutti, eppure lo si ammette quasi mai. 

E' in questo clima d'intolleranza che Tiziano Ferro per la prima volta, su Vanity Fair, fa coming out e dichiara: "Voglio innamorarmi di un uomo". Era il 5 ottobre del 2010, la notizia rimbalzava ovunque, ne parlavano i TG, i salotti televisivi, la rete impazziva. Qualcuno ne rimase colpito, qualche altro scandalizzato, altri sostenevano già si sapesse.

Tiziano Ferro rimane il primo (e al momento l'unico) cantante italiano ad aver ammesso apertamente e pubblicamente la propria omosessualità.